Intervista sul karate: Riccardo Lodovici
Intervista sul karate a Riccardo Lodovici, istruttore della palestra Shotokan Karate Club Pesaro e cintura nera V dan. Istruttore serio e preparato, un tutt’uno con la filosofia e la pratica del karate che insegna a tutti gli allievi della palestra da più di 30 anni.
Quando e perché hai iniziato la pratica del Karate?
Grazie per l’opportunità che mi dai di parlare di questa antica Arte Marziale praticata dai Samurai in Giappone.
Ho cominciato a praticare Karate nel 1977 a 16 anni, sicuramente attratto e affascinato dai film di Bruce Lee; erano gli anni in cui spopolavano i suoi film e molti iniziavano a praticare con la speranza di seguire le sue gesta anche se non avevo da parte dei miei e specialmente di mia madre l’appoggio perché molto preoccupata per la mia incolumità.
Chi è stato il tuo primo Maestro? Quali erano i suoi metodi di insegnamento?
Il mio Maestro è stato il Maestro Renato Pinto, purtroppo recentemente scomparso, fu lui a iniziare il Karate nelle Marche e a portare a Pesaro il Maestro Hiroshi Shirai , oggi 10° Dan, il faro del Karate tradizionale in Italia. I suoi metodi di allenamento erano unici, duri, davvero marziali, si praticava Karate fino all’ ultima goccia di energia in corpo, poi una battuta e con un sorriso si ricominciava, molto preciso nell’insegnamento del Karate e della tecnica in tutte le sue forme. Il Maestro Pinto era un punto di riferimento nel Karate regionale e tramite lui sono nate successivamente altre scuole di Karate. Spesso diceva che se non “veniva” una tecnica, di attacco o di difesa, prima o poi sarebbe “venuta”, solo la costanza nell’allenamento permette di riuscirci. Peccato per coloro che verranno non poterlo conoscere.
Che spirito si respirava in palestra ai tempi in cui hai iniziato? E rispetto ad allora, come sono cambiati gli allenamenti ed il modo di insegnamento?
Lo spirito era di profondo rispetto, erano gli anni in cui chi si presentava in un Dojo di Karate, avvertiva veramente la marzialità dell’arte, avevamo una palestra tutta nostra in cui erano presenti immagini di Maestri Giapponesi e bandiere Giapponesi ed Italiane, il Karate comincia con il saluto e finisce con il saluto, in mezzo ore massacranti di allenamento, rispetto per il Maestro e per le diverse cinture e dell’avversario. Mi ricordo all’epoca, anche se eravamo ragazzi, negli spogliatoi prima dell’allenamento si era molto concentrati perché si era consapevoli che una volta entrati in palestra sarebbe stata durissima e spesso si tornava a casa con tumefazioni e anche qualche osso rotto (dito o costole). Oggi il Karate che si pratica è pressappoco quello di allora, cerco sempre di portare avanti l’insegnamento del mio Maestro Renato Pinto e di continuare quello che con lui ho condiviso per ben più di 30 anni. Forse l’ insegnamento è meno duro, visto anche la troppa diversità di età all’interno dei corsi ma credo che lo Shotokan Karate sia una realtà importante nel panorama delle arti marziali e che chi ha voglia di emergere, certo con grossi sacrifici, può certamente farlo.
Quando sei diventato istruttore? E che cosa cerchi di trasmettere ed insegnare agli allievi prima di tutto?
Sono diventato Istruttore Federale nel 2003 dopo due anni di corso e quello che cerco di trasmettere ai miei allievi oltre alla tecnica, naturalmente, sono i principi fondamentali della nostra disciplina, è un arte marziale Giapponese e quindi non ha solo aspetto materiale ma anche aspetto filosofico. Abbiamo a che fare con ragazzi e ragazze e pensare che insegnare il Karate, un arte marziale, una potenziale arma di autodifesa non possa passare se non attraverso di essi. Perfezionare il carattere, percorrere la via della sincerità, rafforzare instancabilmente lo spirito, osservare un comportamento impeccabile, astenersi dalla violenza e acquisire l’ autocontrollo, questi sono i cinque principi dettati dal M.Funakoshi padre dell’ attuale stile Shotokan a cui noi tutti dobbiamo ispirarci e dobbiamo seguire. Cerco di dare il massimo e al tempo stesso sono molto esigente nel richiedere loro grande impegno e dedizione.
Cosa consiglieresti a chi si sta affacciando per la prima volta al mondo del Karate?
Consiglierei di iniziare a praticare senza pensare ai traguardi, non si diventa cintura nera (sogno di molti) in poco tempo, ma di affacciarsi a questa Arte Marziale con umiltà e voglia di sacrificio. Capisco che non è facile fare Karate, oltre alla fatica fisica bisogna capire e usare il cervello affinché dopo innumerevoli sequenze di tecniche tutto scorra naturalmente. Se si vuole conoscere il proprio corpo e le proprie abilità senza farsi sconfiggere dalla paura dei propri limiti credo che questo sia lo sport ideale da praticare.
Il Karate si pratica tutta la vita: come spiegare questa frase in pochi concetti?
La frase è del fondatore del nostro stile il M° Gichin Funakoshi 1868-1957 ed è anche colui che ha scritto il Dojo Kun, le cinque regole precedentemente citate. Per noi che pratichiamo Karate da tantissimi anni, il Karate non è uno sport, o solamente un allenamento all’interno di una palestra, ma è vivere appieno le cinque regole del Maestro anche nella quotidianità di tutti i giorni, ecco dunque l’aspetto filosofico dell’ Arte Marziale, cosa che non si trova spesso in altri sport.
Quali soddisfazioni, dopo oltre 30 anni di Karate, si provano ad aver insegnato questa arte marziale?
Direi tantissime, prima di tutto quella di essere ancora qua con tante motivazioni per continuare ad insegnare, se penso quanti si sono persi per strada in questo lungo cammino mi viene da sorridere. Soddisfazione nel vedere che i ragazzi dopo lunghi sacrifici ottengono i giusti risultati sia negli esami sia nelle gare, purtoppo anche qualche delusione certo quando vedi che qualcuno non trova più le giuste motivazioni e ti lascia. Ho due figli all’interno della palestra, Giacomo c.n. III Dan che mi assiste nell’ insegnamento ed Eleonora c.n. I dan ma la vera soddisfazione è che al termine dell’allenamento, dopo avere dato tutto, magari avere preso anche qualche colpo ci si guarda in faccia e sorridendo ci si da l’appuntamento per la prossima battaglia. Penso di aver lasciato e di lasciare assieme al M° Renato Pinto qualcosa che difficilmente si può trovare normalmente in tutti gli sport, fare Karate è anche un viaggio dentro se stessi.
A che età si può cominciare Karate?
Penso che l’età più giusta per iniziare Karate sia dopo i 12 anni , ma non nascondo che i miei figli hanno cominciato anche prima, e che non ho preso bambini di 10 anni. Sostengo però che essendo un’Arte Marziale con regole ben fisse e rigide cominciare troppo presto sia sbagliato a meno che non si voglia praticare un karate ludico ma che esula dal Karate vero e proprio.
E’ vero che rende i ragazzi più sicuri?
Certo, porta ad avere consapevolezza delle proprie forze e capacità, essere sempre pronti a difendersi in qualsiasi momento e situazione, anche se questo dopo tantissimi anni di pratica, ma la vera forza del Karateca è l’acquisizione del proprio autocontrollo. Difficilmente quando uno è sicuro di se ed è esperto di Karate perde l’autocontrollo perché è consapevole delle proprie potenzialità.
Cosa significa Karate-Do?
Il termine Karate-do si compone delle parole Karate e Do. Il Karate-do secondo il M° Funakoshi è la corretta interpretazione del Karate ed il suo giusto impiego; è il cammino per raggiungere il Satori o illuminazione (comprensione del significato oggettivo della vita) attraverso la pratica della difesa a mano nuda. La via del Karate è un percorso per il perfezionamento e l’automiglioramento della tecnica, poiché in tal modo si migliora anche se stessi. Il Karate praticato solo come sport ha come obiettivo la vittoria nella gara mentre il Karate-dō quello della vittoria nella vita.
Ci sono diversi stili, il nostro è lo Shotokan in cosa consiste?
Lo stile Shotokan è stato codificato dal M° Ghichin Funakoshi e da suo figlio Yoshitaka Funakoshi nell’ isola di Okinawa. Al M° Funakoshi viene riconosciuto l’importanza di aver esportato lo stile Shotokan dall’ isola di Okinawa all’intero Giappone e di aver tramite tanti Maestri tra cui il nostro Maestro guida il M°Hiroshi Shirai portato lui il karate Shotokan in Italia e altri in tutto il mondo. Lo stile Shotokan in qualsiasi parte del mondo si trovi un Dojo è sempre lo stesso.